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Ospita i pezzi superstiti del primo museo, nato dalle donazioni di privati, e una piccola raccolta di terrecotte rinascimentali, esempio di decorazione fittile di area padana del XV -XVI secolo.

 

Le terrecotte esposte costituivano la decorazione di edifici religiosi e civili. Tra di esse si notano parti del fregio che decora il Palazzo Comunale (1479), con il motto sforzesco DROIT SEMPER, e una mattonella raffigurante una sirena a due code, elemento decorativo del rosone inserito nel 1467 sulla facciata della chiesa parrocchiale di San Bassiano.

 

Gli altri oggetti artistici, di epoca, materia e tipologia differenti, testimoniano il gusto eclettico dei donatori, soprattutto di Vincenzo Favenza, l’antiquario cui si deve il primo nucleo da cui ebbe origine il museo. Altro generoso donatore, contemporaneo del Favenza, fu l'avvocato Antonio Biagi.

 

Tra i vari pezzi spiccano una tavoletta da soffitto con il Sacrificio di Isacco della bottega dei Bembo (metà XV secolo), un rilievo marmoreo raffigurante San Girolamo in preghiera, di artista probabilmente veneto di fine XV-inizi XVI secolo, le statue delle quattro Virtù Cardinali, molto rimaneggiate, ascrivibili alla prima metà del Cinquecento e vicine allo stile di Agostino Busti, detto il Bambaia, e un commesso in pietre dure del XVII-XVIII secolo con un pappagallo su un albero di pero, esempio della famosa tecnica sviluppata a Firenze e giunta anche in Lombardia tramite famiglie di artigiani arrivati nel nord Italia dalla Toscana.

 

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